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Sempre attento alla realtà sociale dell'Isola, Cambosu registra il momento di una possibile trasformazione socio-economica di una zona della Sardegna che, fino agli inizi degli anni '20 soffriva per la piaga della malaria e del degrado che ne derivava. È il momento della costruzione della diga sul Tirso, cui seguì la riforma fondiaria della piana del Campidano di Oristano. Il romanzo si costruisce sulla storia di una famiglia i cui membri sono divisi sull'opportunità o meno di sfruttare tali trasformazioni: c'è il Patriarca, che nel rispetto delle tradizioni e già scottato dagli imprevisti, vuole restare aggrappato a quanto la realtà offre in quel momento, e c'è chi, reduce dalla guerra, con un'esperienza che rifiuta il peso delle credenze popolari, vuole mutare la propria condizione esistenziale e quella della propria famiglia, accettando le innovazioni. Cambosu, pur parteggiando in qualche modo per coloro che vogliono muoversi in armonia col proprio tempo, pare anche voler mettere in guardia dai capi carismatici che vogliono guidare verso altri destini, attribuendo a ogni uomo il dovere delle proprie scelte esistenziali